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Golden Power

Acea, Atlantia, Cairo, Enel, Mediaset e non solo. Come sarà la Robin Tax e quali impatti avrà

Tutti i dettagli della norma in fieri della Robin Tax sui concessionari di servizi pubblici (autostrade, aeroporti, porti, acque minerali, produttori di energia elettrica, ferrovie, radio tv)

Far scattare retroattivamente dal 2019 la Robin tax sulle concessionarie pubbliche. Che viene inasprita con un ulteriore aumento dell’Ires del 3% e non del 2% come invece previsto dalla prima ipotesi di intervento.

GLI OBIETTIVI DELLA ROBIN TAX

E’ questo l’obiettivo dell’emendamento della maggioranza che interessa sette tipologie di concessionari di servizi pubblici (autostrade, aeroporti, porti, acque minerali, produttori di energia elettrica, ferrovie, radio tv) che secondo l’esecutivo garantisce oltre 300 milioni di gettito in più nel 2020, 50 dei quali vengono destinati al rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno agli affitti (complessivamente 150 milioni in 3 anni).

LE PAROLE DEL MINISTRO DE MICHELI

“Abbiamo ritenuto che questa norma fosse più equilibrata, nel momento in cui dobbiamo chiedere a chi le ha più risorse utili al Paese. Più equilibrata per tre ragioni: è spalmata su tutti i concessionari, è transitoria per soli tre anni, evita il rischio, che l’altra norma aveva, di bloccare gli investimenti autostradali. E gli investimenti autostradali sono l’interesse del Paese”, ha detto oggi al Sole 24 Ore il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli (Pd).

CHE COSA DICE LA BOZZA

La penultima bozza dell’emendamento in questione, come scritto da Energia Oltre, dispone che, “al fine di realizzare interventi volti al miglioramento della rete infrastrutturale e dei trasporti, negli anni 2019, 2020 e 2021, il reddito complessivo netto dei soggetti di cui all’articolo 73 del testo unico delle imposte sui redditi” e dei “contribuenti che hanno optato per l’applicazione del regime di cui alla sezione II ovvero alla sezione III del Capo II del Titolo II del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, è soggetto all’aliquota prevista dall’articolo 77 del medesimo testo unico pari al 24%” viene maggiorata di 2 punti percentuali, si legge nella relazione tecnica. Le maggiori entrate derivanti dall’applicazione dell’addizionale sono versate al bilancio dello Stato per essere riassegnate, “nel limite di 90 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022, allo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e nel limite di 50 milioni per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 per il finanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione”, si legge ancora nella relazione tecnica.

LE ULTIME NOVITA’ SUL DECRETO

Ecco le ultime novità complessive sul decreto fiscale. Arriva una “Robin tax” sui concessionari, viene quasi azzerata la tassa sulle auto aziendali e si riduce del 70% la “plastic tax”. Dopo settimane di tavoli di maggioranza e ipotesi, cambia la legge di bilancio. Nelle ore in cui alla Camera viene posta la fiducia sul decreto fiscale, il governo tenta uno “sprint” per portare in Aula la manovra lunedì prossimo, in una corsa contro il tempo che non scongiura il rischio del via libera finale solo tra Natale e Capodanno. Lo fa presentando un emendamento unico alla manovra composto da una ventina di misure per un totale di 1,7 miliardi: per coprire lo stop alle “microtasse” viene inserita una clausola di salvaguardia che farebbe aumentare di circa 900 milioni le accise sulla benzina nel 2021. I nodi politici però non sono tutti risolti: Iv storce il naso sulla Robin tax e chiede l’abolizione totale della tassa sulla plastica e anche della sugar tax, che potrebbe essere cambiata alla Camera. A Montecitorio, intanto, prende la sua forma definitiva il decreto fiscale, su cui giovedì sera si voterà la fiducia e che verrà “blindato” al Senato. Salta dal decreto fiscale, per mancanza di coperture, il bonus per l’acquisto di airbag per la moto. Quanto al 730, resta lo slittamento da luglio a settembre della scadenza ma non ci sarà l’allargamento della platea dei contribuenti. Infine, come annunciato, viene stralciata anche la norma per rinviare le regole di trasparenza delle fondazioni politiche, che aveva diviso la maggioranza.

IL REPORT DI EQUITA

Gli analisi di Equita avevano stimato gli impatti della norma con un’aliquota al 2%: “Considerando il gettito previsto di 340 milioni di euro per il 2020 e 170 milioni a regime, l’applicazione al 2% dovrebbero coinvolgere una base imponibile di 8,5 miliardi che suggerirebbe un ambito di applicazione molto più ampio delle concessionarie autostradali. Da verificare quindi i settori coinvolti”, osserva Equita. Tra i titoli che potenzialmente sono coinvolti la sim cita quindi non soltanto Atlantia, ma anche Astm, Enel, Erg, A2A, Iren, Hera, Acea, Ascopiave, Telecom, Rai, Mediaset, Cairo. “L’impatto non è particolarmente rilevante nell’ipotesi di applicazione per tre anni, ma negativo in termini di percezione del rischio Paese. La Robin Tax, applicata in passato al settore energetico, è già stata dichiarata incostituzionale nel 2018, e riteniamo che l’ipotesi di reintroduzione possa avere estremi di inapplicabilità”, aggiunge Equita.

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