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Crescita economica, la Spagna abbassa le tasse (mentre l’Ue chiede di alzare l’Iva)

Il Semestre di Presidenza italiano dell'Ue si sta per aprire all'insegna della parola d'ordine "crescita". I Primi Ministri dell'area Ue si dicono tutti d'accordo su avviare misure per la ripresa, ma in quanti davvero stanno operando? L'esempio della Spagna che va in controtendenza rispetto a Bruxelles.

 

Ammonta infatti a 7,6 miliardi la riduzione complessiva delle tasse per i prossimi due anni a favore dei contribuenti e delle società spagnole. La riduzione del carico fiscale riguarderà un taglio dell’Irpef e delle imposte sulle società dal 2015 sino al 2016, si tratta di misure strutturali che il Governo guidato dal Popolare Mariano Rajoy annuncia, all’indomani dell’insediamento del nuovo Re, Felipe VI.

La riforma fiscale spagnola è destinata, secondo il Governo, a far risalire i consumi interni, che sono in crisi da quando la recessione economica ha colpito duramente anche il paese iberico. I segnali positivi che ultimamente stanno facendo risalire l’economia della Spagna sono dovuti alla tenuta e al miglioramento dell’export. Il Pil si prevede in crescita per quest’anno dell’1,1%, secondo le stime di Primavera della Commissione Europea. La stessa Ue che chiede alla Spagna di alzare il livello dell’Iva, per far ritornare i conti pubblici in ordine.

Invece, la Spagna nel frattempo vara una riforma del fisco anche sulle società riducendo l’aliquota dal 30% del 2014 al 28% del 2015, sino al 25% del 2016. Il debito pubblico spagnolo, in proporzione al Pil del 2014, si prevede che sarà di 100,2% rispetto al 95,6% della Francia, al 135,2% dell’Italia e al 76% della Germania.

La disoccupazione in Spagna rimane a livelli elevati, parliamo del 26%, secondo le ultime rilevazioni disponibili. Le stesse rilevazioni che prevedono nel 2015 una crescita del Pil spagnolo al 2,1%.

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