skip to Main Content

Internet Bill Of Rights

Internet bill of rights: Europa deve fare un deciso passo in avanti

di  Paolo Tancredi – Deputato, Membro della Commissione Italiana “Internet Bill of rights” e Vice Presidente del Comitato supervisore di tutte le politiche dell’Unione europea alla Camera.  In qualità di membro attivo della  Commissione italiana “Internet Bill of Rights”  la Commissione che sta cercando di codificare e delineare le  “regole e i  diritti” di Internet con l’intenzione di…

In qualità di membro attivo della  Commissione italiana “Internet Bill of Rights”  la Commissione che sta cercando di codificare e delineare le  “regole e i  diritti” di Internet con l’intenzione di renderlo più aperto e accessibile, ho realizzato che il vero dibattito non è sulle “regole e diritti”, ma sugli investimenti nel  digitale, nell’innovazione, e in un vero mercato unico digitale.

Guardando intorno a quello che accade in Europa,  non solo in Italia, sono profondamente convinto  che il continente ha completamente perso la leadership mondiale nella tecnologia mobile. Noi europei abbiamo creato il Global System for Mobile Communications, che è diventato uno standard globale. In questo momento, purtroppo, abbiamo perso la competitività; quasi tutta l’innovazione nella tecnologia dell’informazione e della comunicazione viene dall’altra sponda dell’Atlantico. Ed è per questo che non abbiamo un mercato del capitale vibrante come in America, e, allo stesso tempo, non creiamo  le condizioni per permettere alle  nostre start-up di diventare grandi multinazionali.

Dobbiamo cambiare il paradigma e cambiare il corso delle cose. Un mercato digitale europeo deve essere visto come un vantaggio immenso e non una minaccia. Inoltre non abbiamo bisogno di barriere di alcun tipo, perché tali barriere hanno l’abitudine di sopravvivere alla loro utilità.

Come possiamo far si  che i prossimi Google, Facebook o Amazon siano europei e non americani? Le recenti dichiarazioni di Obama contro l’Europa non aiutano e dobbiamo trovare la nostra strada. In un continente dove c’è un importante digital divide tra le nazioni, dove si possono trovare 28 diverse leggi sulla privacy dei dati e diritti d’autore, in cui le aziende americane stanno per ritirare i servizi in alcuni paesi a causa delle loro leggi nazionali quali sono le soluzioni per colmare il gap e creare crescita e posti di lavoro con l’innovazione?

Credo che l’unica risposta possibile sia ndare avanti con l’Agenda digitale spiegata dal Digital Commissioner  Gunther Oettinger. Ognuno ora è focalizzato sulla neutralità della rete e l’apertura di Internet, ma Internet in Europa è già aperto. Se uno vuole  mettere il proprio
business online di oggi, lo può fare. Non dobbiamo seguire l’attuale approccio degli Stati Uniti guidato dal presidente Obama e FCC. Il vero punto, come sempre, è quello di creare le condizioni per stimolare gli investimenti e l’imprenditorialità. Per creare un mercato unico digitale con politiche moderne efficienti in tutto il continente che rimuovono gli oneri per diventare il prossimo Google, Facebook o Amazon.

La metà della crescita europea della produttività nel corso degli ultimi quindici anni è stata già determinata dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e questa tendenza rischia di accelerare. La Commissione europea ha individuato sette priorità su cui la prima è la creazione di un “mercato unico digitale”. Come ha detto Oettinger alla Berlinale “Voglio che l’Europa comprenda i vantaggi della digitalizzazione. In un’epoca in cui i consumatori stanno spendendo la maggior parte del loro tempo online, dobbiamo lavorare insieme per assicurare che il nostro potenziale creativo e la diversità europea siano conservati e  accessibili a tutti “.

Detto questo, l’Italia sta facendo la sua parte e il primo ministro Matteo Renzi ha sottolineato che abbiamo bisogno di aumentare la digitalizzazione del nostro paese, a partire dalla pubblica amministrazione, e la sfida non è contro le multinazionali delle telecomunicazioni americane  o OTT ma creare le giuste condizioni per riportare l’ Europa nell’olimpo dell’innovazione digitale.

Back To Top