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La censura cinese sta per abbattersi sulle App per cellulare. Ma esistono delle soluzioni

I censori cinesi che controllano internet stanno considerando la possibilita' di regolare il mercato delle app per i telefoni cellulari. Secondo la stampa cinese ne hanno discusso funzionari dello State Internet Information Office ed esponenti del Consiglio di Stato, vale a dire il governo.

 

“C’ e’ stato un diluvio di applicazioni, anche molti venditori illegali hanno le loro”, ha dichiarato al giornale Zhu Wei, professore di legge presso la China University of Political Science and Law. “Alcune di queste applicazioni diffondono informazioni private che riguardano i consumatori,anche minorenni, e violano i loro diritti legal, ci vuole uno sforzo legislativo per regolare la applicazioni”, ha insistito Zhu.

In Cina internet e’ strettamente controllata dal regime e molti siti considerati pericolosi sono bloccati. Tra questi, figurano Twitter, Facebook e Youtube, organi di informazione come il New York Times e motori di ricerca come Google. 

Ma come fa la Cina a censurare il web? Attraverso il Great Firewall, il sistema di protezione, filtraggio e censura di internet attraverso il quale la Cina controlla informazione, social network e siti web.

“Il sistema più elaborato per il controllo dei contenuti online del mondo” lo ha definito la Freedom of act. Qui Instagram è bloccato, Vine funziona a scatti, Sina Weibo, un servizio di microbloggin diffusissimo in Cina, è stato censurato. I cinesi non devono sapere, ad esempio, quello che è successo ad Honk Kong. Meglio non dare false speranze, correndo il rischio di aizzare la protesta anche dentro le mura di casa, dentro la repubblica popolare cinese.

La censura cinese non è cosa nuova. Occupy Central è stato uno dei primi movimenti di massa a cercare (e spesso riuscire) ad aggirarla. Sia a Hong Kong, che dentro le mura cinesi. Attraverso software come Fire Chat.

Fire Chat è un servizio di messaggistica istantanea e anonima, che non utilizza la connessione a internet, bensì la connessione bluetooth o wi-fi. I messaggi si possono inviare in un raggio d’azione di 70 metri. E qui entra in gioco la cosiddetta mesh network, la rete a maglia. I messaggi rimbalzano da un cellulare all’altro fino ad arrivare a destinazione. 

In Cina, invece, spopola Tor, un network a cipolla, che garantisce l’anonimato a chi lo utilizza. Ma in Cina, per aggirare la censura, vengono utilizzati anche i Vpn, network privati che creano tunnel criptati tra i vari punti rete internet e Haystak, software che nasconde il traffico degli utenti tramite un continuo flusso di richieste, che appaiono, così, pulite.

Esistono anche servizi che permettono di leggere i post censurati. Freeweibo è uno di questi: salva i dati su server Amazon, rendedoli, così, facilmente recuperabili. “Facile seguire ogni evento dal tuo telefono”, scrive Russel Brandom su The Verge, “così si amplifica l’effetto di ogni azione e si fornisce ai dimostranti una voce cruciale. Dato che chiedono maggiori concessioni da parte del governo locale. 

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