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Arduino

Materia 101, la prima stampante 3D targata Arduino

Arduino entra nel mondo delle stampanti 3D. Si chiama Materia 101, presentato all’ultimo Maker Faire di Roma appena concluso, l’ultima novità della società di Massimo Banzi.

È grande 31 centimetri, larga 33 e alta 35 e pesa la bellezza di 10 chili, ma per quanto possa essere ingombrante si può perfettamente tenere in casa. Ha una scheda Arduino Mega 2560 e sulla parte superiore ha un display LCD di 20 centimetri con cui si possono visualizzare i vari parametri prima della messa in stampa. La tecnologia usata è quello dei filamenti di acido polilattico, un materiale termoplastico e biodegradabile ma Materia 101 è in grado di supportare anche filamenti come il Cristal Flex, il PLA Thermosense e il PET.

La temperatura di fusione del materiale è compresa tra  i 200 e i  230 gradi, assorbe una potenza pari a 65 Watt, mentre l’area di stampa disponibile è di 140x100x100 millimetri.  Il prodotto, realizzato in collaborazione con Sharebot, azienda in provincia di Lecco che già opera nel settore delle stampanti 3D, avrà un costo che varierà dai 600 euro ai 700 per la versione pre-assemblata.

Lo stesso Banzi ha così rivendicato questa collaborazione: “Piuttosto che inventare un prodotto da zero cerchiamo qualcuno che lavori con noi e fabbrichi un prodotto da portare in giro per il mondo, ora che Arduino ha acquisito visibilità mondiale”. 

Arduino, come è noto, deve la sua fortuna alla produzione di schede elettroniche di piccole dimensioni che consentono di realizzare anche dei veri e propri robot domestici e la vendita di Materia 101 è in linea con la sua mission: dare a tutti la possibilità di diventare dei maker.

Chi già conosce la piattaforma potrà creare degli oggetti creando dei propri schemi di circuiti, senza la necessità di avere una specializzazione in campo scientifico e ingegneristico. “Arduino – si legge nella nota di presentazione del prodotto – ha giocato un ruolo essenziale nella promozione e divulgazione dell’open-hardware, in Italia e all’estero. La stampante non poteva che assecondare questa vocazione”.

 

 

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