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Banda Ultralarga

Banda larga, Italia fanalino di coda in Europa

Il rapporto sul mercato delle telecomunicazioni elaborato dalla Commissione europea per gli anni 2012-2013, una sorta di documento consuntivo, sulla Banda larga in Italia disegna la classifica dei paesi Ue. Indovinate l'Italia a che posto è arrivata?

Il documento europeo (noi di Startmag avevamo riportato i dati di uno studio targato americano) fotografa una situazione per la penisola italica e la banda larga di “leggeri miglioramenti” ma nel complesso il rapporto tra il nostro paese e la banda larga di vecchie e di nuova generazione è molto al di sotto della media Ue. Infatti, l’Italia è all’ultimo posto tra i 28 paesi dell’area europea. Ventottesima su 28. 

Banda larga in Italia: E’ molto bassa la qualità delle linee esistenti con solo il 18,4% degli abbonamenti con velocità superiore a 10Mbps contro una media europea del 66%.

Il quadro dei ricavi relativo alla Banda larga sta calando. In Italia la media di ricavo per un utente è di circa 153 euro contro una media di 187 euro. Anche gli investimenti ne risentono perché seguono il calo dei ricavi: giù del 2,3% nel 2011 e dello 0,6 nel 2012 contro una ripresa del 7,8% a livello continentale.

Unico risultato in positivo sulla Banda larga mobile che sorpassa di qualche punto la media europea, con una quota di penetrazione del 66,3%, contro il 61,1% della media Ue e con un dato di raddoppio rispetto al 2011.

La Ue insiste sulla Banda larga, inserendo questo elemento, imprescindibile per la lo sviluppo dell’Italia, in linea con l’Agenda digitale e con le strategie di crescita Europa 2020. Questi elementi sono stati richiamati tutti anche in occasione dell’apertura del Semestre europeo a guida italiana, in occasione del forum Digital Venice all’inizio di Luglio.

L’Italia è in forte ritardo sulla Banda larga, e questo ha ripercussioni sulla nostra economia e sullo sviluppo delle infrastrutture digitali, come anche sulla alfabetizzazione digitale del Paese tutto.

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