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Editoria

L’editoria e la necessità di un equilibrio tra carta e digitale

Agi ha scelto Emilio Marrese per aprire ieri sera, al salone di Torino, la rassegna “Colloqui per l’impresa intellegente”, il ciclo di incontri concentrata su temi e opere di natura economica. Giornalista e scrittore, “quadro” de La Repubblica, dopo piccoli capolavori di letteratura sportiva come Zola. Il ragazzo che faceva sorridere il pallone; Rosa di fuoco.…

Scherza da subito Emilio, raccontando del suo ultimo incontro durante la pausa pranzo con i dipendenti con la 3 di Torino: « Mi sembravano un po’ come gli impiegati del primo film di Fantozzi, quelli costretti a vedere la Corazzata Potemkin”, ironizza lui, “ma, scherzi a parte, penso che tutto quanto aiuti a far capire che la lettura è una cosa piacevole, non faticosa e noiosa come pensano purtroppo in tanti, è benemerito. Anche all’interno delle aziende, come no!”.

Sullo stato di salute dell’editoria

Durante l’incontro nel Padiglione 3 del Salone del Libro al Lingotto di Torino è stato possibile gettare uno sguardo sulla salute dell’editoria. Emilio Marrese ricostruisce le difficoltà che negli ultimi anni patisce il settore: “Si sono venduti meno libri, negli ultimi anni, anche se si continua a scriverne tanti e le buone produzioni non mancano. È un momento di transizione – secondo Marrese – in cui è difficile fare delle scelte per tutti coloro che producono parole.”

Editoria
Emilio Marrese ospite di Agi al salone di Torino

 

Un mondo editoriale che ha subito negli ultimi tempi una profonda trasformazione che non sembra ancora essersi conclusa, da cui emerge la necessità per l’editoria di trovare un giusto equilibrio e forme di interazione mature con i nuovi strumenti dell’era digitale, compresi i social network.

Il giornalista scrittore crede però che prima o poi verrà trovato un compromesso, il giusto equilibrio tra carta e digitale: “Sono convinto però che nonostante quest’apparente agonia della carta, ormai da tempo annunciata, giornali e libri cartacei continueranno sempre a vendersi, sia pure su basi quantative minori ma prima o poi destinate a stabilizzarsi, a fianco magari delle forme nuove, digitali, che a poco poco evolveranno in qualcosa di più definito e universalmente fruibile, al di là dell’attuale gap anagrafico che oggi distingue i giovani lettori digitali da quelli, maturi, che ancora preferiscono la sola carta”

Marrese, lo scrittore  

L’ultimo sforzo di Marrese è la storia di un ragazzino napoletano, un bambino abbastanza inquietante, vittima di una tragedia familiare, rimasto orfano, che viene adottato da una famiglia bolognese ed è costretto ad ambientarsi in un mondo diverso dal suo per poi scoprire che ci sono cose che alla fine sono uguali dappertutto. E’ un po’ il “trailer” della vita di Marrese, lui che è nato a Napoli e a 6 anni si trasferì con la famiglia a Bologna. Una quasi autobiografia,  un trasferimento di cui l’autore ricorda la difficoltà di ambientarsi in un contesto diverso – “dove mi chiamavano Marrochèn, marocchino. È stata un po’ la scoperta del razzismo, del sentirsi diverso” – al quale seguì poi l’amore per una città, Bologna, che ormai considera sua. Il buio ha paura dei bambini è, racconta marrese,  “Un libro che ho scritto nel giro di un mese, all’alba, e così vorrei fosse letto: velocemente e con immediatezza”.

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