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Stampa 3d

Libero scambio e 3D siamo alla vigilia di una nuova rivoluzione post industriale

L'industria è destinata ad una nuova rivoluzione grazie agli accordi sul libero scambio tra Europa e Usa che riguardano due terzi della produzione di merci nel mondo e grazie alla manifattura 3D. 

 

Infatti, il 2015 sarà un anno fondamentale per il TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership. Il Ttip si incrocia con la nuova rivoluzione della manifattura 3D che promette di cambiare i processi produttivi delle medie e delle grandi industrie.

In vista dell’accordo che l’Europa e gli Stati Uniti porteranno avanti nei prossimi mesi, avremo modo di registrare posizioni diverse all’interno dell’Unione europea – tra tutte è attesa la posizione di Angela Merkel, non sempre in linea con la maggioranza, di larghe intese, che sostiene il suo Governo.

Ma perché il Ttip è così importante per il futuro della manifattura e del capitalismo mondiale? Innanzitutto perchè in questo modo ci sarà una maggiore integrazione di libero scambio per circa il 65% del Pil mondiale. Da qui ne discende che le esportazioni apportano valore alle merci, così come anche si può notare – a detta di alcuni economisti – un valore maggiore nelle merci di paesi profondamente industrializzati che esportano da più tempo. A dimostrazione di un tessuto industriale più profondo, con maggiore know how.

Alle esportazioni e al maggiore valore industriale si aggiunge oggi il fattore della digitalizzazione sia dei processi che dei prodotti. Di questo la dimostrazione, per così dire, plastica è quella delle stampanti 3D, che sono ancora allo stato di prototipazione di oggetti e di merci. Ma che nel momento in cui passeranno alla produzione di massa avranno del tutto rivoluzionato la manifattura, facendola diventare manifattura digitale.

Questo è un fattore interno che accrescerà il valore dal di dentro della manifattura e delle merci. Pensiamo solo per un momento al valore che la manifattura 3D potrà dare all’industria dell’automotive oppure all’industria aerospaziale (per esempio, la Boeing usa le stampanti 3D per produrre duecento parti di dieci modelli diversi di velivoli), oppure all’applicazione per l’industria medica nella costruzione di arti artificiali.

Come ha avuto modo di scrivere Gb Zorzoli su Elemens qualche mese fa, secondo un rapporto di McKinsey, nel 2025 la manifattura 3D potrebbe avere un valore di circa 550 miliardi di dollari. Dando luogo ad una manifattura diffusa sul territorio che sarà la basa dell’artigianato digitale di nuova generazione.

 

Infografica sulle 6 rivoluzioni che cambieranno il mondo  

 

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