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Stoccare l’energia, il futuro dello storage

Lo storage rappresenta il futuro dell’energia e in tutto il mondo si sta investendo sulla ricerca di sistemi di stoccaggio innovativi. Esistono diverse tecnologie di stoccaggio, alcune ancora in fase di sperimentazione, altre più mature e consolidate, sono già in commercio. Vediamo quali sono

 

Lo storage è un importante alleato verso la decarbonizzazione del mondo, come ha sottolineato ultimamente un rapporto di IEA, l’Agenzia internazionale dell’energia. Lo stoccaggio di energia rappresenta una strada importante che le rinnovabili stanno intraprendendo per il rinnovamento e il rafforzamento tecnologico.

Vediamo insieme quali sono al momento le tecniche di stoccaggio dell’energia in uso e sulle quali la ricerca sta lavorando.

 

1) Metodi di stoccaggio meccanico.

Oggi, lo stoccaggio a pompaggio idroelettrico (PSH – Pumped Storage Hydropower) e lo stoccaggio ad accumulo di aria compressa (CAES) sono metodi più maturi per lo stoccaggio meccanico di elettricità.

Sostanzialmente un impianto idroelettrico a pompaggio (PHS) è costituito da due bacini idrici, ubicati uno a monte e l’altro a valle della centrale vera e propria, cioè dell’edificio contenente le turbine e gli altri macchinari necessari alla generazione di elettricità. Nelle ore diurne di punta, durante i picchi di domanda elettrica, l’acqua viene fatta fluire dal bacino superiore a quello inferiore azionando le turbine. Nelle ore notturne e nei giorni festivi, quando la domanda sulla rete è minima, la stessa acqua viene ripompata (da qui il nome) al bacino superiore, in modo da ricostituire l’invaso occorrente al successivo ciclo di funzionamento.

In pratica le centrali a pompaggio assorbono dalla rete energia elettrica poco pregiata (prevalentemente la produzione nelle ore notturne e di basso carico proveniente dal parco termoelettrico di base), per restituirne una quantità minore, ma di pregio molto maggiore, nelle ore di punta. Il PSH rappresenta il 99% della capacità di stoccaggio attualmente installata.

 

I sistemi di stoccaggio dell’energia ad aria compressa (CAES) usano l’elettricità di punta per comprimere l’aria, condurla in caverne sotterranee o serbatoi di stoccaggio. Questi sistemi consentono infatti di accumulare energia sotto forma di aria compressa in un sito geologico opportuno, per poi espanderla, producendo energia elettrica; i componenti principali di questi impianti sono un compressore e una turbina a gas, azionati in modo indipendente così da disaccoppiare le fasi di compressione (consumo di energia) ed espansione (produzione di energia).

 

2) Metodi di stoccaggio elettrochimico.

Sono metodi non ancora pronti per essere commercializzati, ma abbastanza consolidati a livello di ricerca.

Le batterie elettrochimiche utilizzano reazioni chimiche con due o più celle elettrochimiche per consentire il flusso di elettroni.

Le più importanti di questa categoria sono le batterie al litio, che sfruttano i polimeri di litio e sono molto simili alle batterie dei cellulari o dei portatili, le batterie ai solfuri di sodio, batterie al piombo, nichel e cadmio, a idrogeno.

 

3) Metodi di stoccaggio elettrici.

Sono ancora oggetto di ricerca.

La tecnologia SMES (Superconducting Magnetic Energy Storage) immagazzina l’energia elettrica sottoforma di campo magnetico utilizzando una bobina superconduttiva mantenuta a temperatura criogenica all’interno di un contenitore isolato termicamente. 

I Supercapacitori che immagazzinano l’energia elettrica sottoforma di campo elettrostatico, per le loro caratteristiche funzionali con tempi di scarica dell’ordine di minuti (comunque brevi), interessante anello di congiunzione tra batterie elettrochimiche (tempi di scarica dell’ordine di grandezza di ore) e condensatori di costruzione tradizionale (tempi di scarica dell’ordine di secondi).

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