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Gazprom taglia fuori l’Italia dal gasdotto South Stream

Gazprom ha annunciato di aver raggiunto un accordo per la costruzione del tratto finale del gasdotto South Stream con l'azienda petrolifera austriaca Omv.

Questo vuol dire di fatto che la nuova pipeline che trasporterà gas naturale dalla regione di Anapa sul Mar Nero sino in Europa, passando per Bulgaria, Romania, Ungheria non passerà più dalla Slovenia e non arriverà in Italia, a Tarvisio. Siamo stati tagliati fuori da un progetto di pipeline lungo quasi 3 mila kilometri, che servirà ad aggirare la dipendenza dal transito ucraino, che ha causato nel 2006 e nel 2009 la crisi di gas in Euorpa.

Per l’Italia sarebbe uno schiaffo fortissimo, un rimescolamento di carte all’interno dello scacchiere geopolitico ed economico europeo che ci vede tra gli azionisti (tramite Eni) del South Stream offshore, il tratto marino che connetterà la Russia con la Bulgaria per quasi 1000 km.

Ma cosa sarebbe accaduto dietro questa decisione (definitiva?) dei russi? Alcuni leggono questa notizia come un avvertimento all’Italia, troppo prona nell’Ue alla volontà americana di rendere difficile la vita alla Russia, a causa della crisi ucraina, che si infiamma giorno dopo giorno. La posizione di paesi come la Germania, Italia, Francia sin’ora è stata molto cauta nei confronti della Russia. Questi tre paesi sono interdipendenti dal gas russo e, non a caso, le tre compagnie che sono in società con i russi di Gazprom nel consorzio South Stream sono un’italiana, Eni (20%), una francese, EdF (15%), una tedesca Wintershall (15%).

L’Italia, tra l’altro, ha molto sponsorizzato il progetto di pipeline che arriverà nel Mare Adriatico, in Puglia, dalla regione del Caspio: il progetto denominato Tap (Trans Adriatic Pipeline) è meno impattante del South Stream: al massimo trasporterà 20 miliardi di metri cubi di gas all’anno, contro i 63 del gasdotto di matrice russa. Il progetto, molto sponsorizzato dall’Unione europea, anche alla luce della crisi ucraina, di fatto ha messo nell’angolo la progettazione della pipeline denominata Nabucco West, a suo tempo molto ben voluta da Europa e Usa, per allentare la dipendenza del Vecchio Continente dal gas russo.

Se le notizie sul South Stream fossero confermate sarebbe un segnale preoccupante per l’Italia, che di questo gasdotto è stata tra i fondatori. Se invece i russi stanno facendo una manovra tattica nei confronti dell’Ue, che in tutti i modi sta combattendo questo progetto tramite il Terzo pacchetto Energia, la rotta del South Stream potrebbe tornare a riaffacciarsi in Italia.

(michele guerriero)

 

INFOGRAFICA animata di www.startmag.it su Le vie del Gas in Europa

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