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Che cosa penso del Pd e del nuovo Parlamento

Il Pd deve giocare bene le sue carte residue, anche se lo danno per spacciato. E’ pur sempre il secondo partito. Deve smettere di essere una confederazione di correnti legate a personalità che tutto sono tranne che leader indiscussi e deve rafforzare i legami con le grandi correnti di pensiero europee. Verrà il giorno in…

Il Pd deve giocare bene le sue carte residue, anche se lo danno per spacciato. E’ pur sempre il secondo partito. Deve smettere di essere una confederazione di correnti legate a personalità che tutto sono tranne che leader indiscussi e deve rafforzare i legami con le grandi correnti di pensiero europee.

Verrà il giorno in cui le persone perbene, nel contesto politico italiano dopo il 4 marzo, finiranno per affermare ‘’non possiamo non dirci dem’’. Il partito democratico, adesso, è come il Regno Unito nella primavera del 1940, quando le truppe tedesche dilagavano per l’Europa, praticamente senza trovare resistenza. Un contingente dell’esercito britannico di almeno 350mila uomini era rimasto imbottigliato sulle spiagge di Dunkerque (insieme con alcuni reparti francesi).

Se non fosse riuscita l’operazione di recupero (una delle pagine più belle nella storia di questa grande nazione) l’Inghilterra sarebbe stata praticamente disarmata ed inerme, costretta (come intendeva fare una parte importante dell’establishment) alla resa sotto l’apparenza di un avvilente negoziato.

Il Pd, in Italia, è rimasto il solo argine contro la montante marea populista e plebea. Auguriamoci, per il futuro del Paese, che riesca ad attraversare la ‘’sua Manica’’ e affidarsi alla guida di un leader che sappia pronunciare, con l’autorevolezza e la determinazione necessarie, le parole solenni ‘’we shall never surrender’’.

Giuliano Cazzola

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