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Arabia Saudita Iran

Iran vs Arabia Saudita, e il signor Shale Oil

Iran vs Arabia Saudita, all’origine dei nuovi scontri tra sciiti e sunniti c’è anche la guerra del petrolio che si combatte da decenni e che ora assume un ruolo importante alla luce delle scoperte tecnologiche dello shale oil americano Molti produttori americani, riferisce il Financial Times, in una lunga quanto interessante inchiesta sul mondo americano…

Molti produttori americani, riferisce il Financial Times, in una lunga quanto interessante inchiesta sul mondo americano dello shale gas e dello shale oil americano non perdono la fiducia nella tecnologia, nonostante la doccia gelata dei ribassi sul prezzo del petrolio. D’altronde, la tecnologia li ha portati sin qui e gli americani difficilmente si danno per vinti.

La rivoluzione dello shale nel mondo dell’upstream ha avuto anche un’importantissima ricaduta geopolitica, secondo Daniel Yergin: la riapertura dei negozioati con l’Iran, dopo le sanzioni a causa del programma nucleare di Theran. Secondo Yergin, gli Stati Uniti hanno dato il loro assenso all’ipotesi di una normalizzazione con Theran proprio perché si sentono forti, come non mai, oggi, in qualità di rinnovati produttori di petrolio e gas della scena mondiale.

Theran da parte sua, a Marzo di quest’anno, già guardava al futuro: il responsabile esteri della compagnia petrolifera nazionale iraniana Mohsen Ghamsari ha annunciato che l’Iran vorrà aumentare le esportazioni petrolio, quando verranno meno le sanzioni imposte da Usa ed Europa nel 2012. Allo stesso tempo, il presidente della Commissione Energia del Parlamento iraniano, Ali Marvi, ad Aprile scorso ha dichiarato che sono state l’Arabia Saudita e l’Occidente a volere l’abbassamento dei prezzi del petrolio proprio per colpire l’economia di Theran.images_shale gas

Di fatto riemergono vecchie ruggini tra Iran ed Arabia Saudita, due paesi rivali per il predominio nel Golfo Persico, sin dalla fine degli Anni ’50. Ma ora è il momento per l’industri dell’upstream di guardare avanti e di fare i conti con una realtà che sta cambiando.

Non è un caso che il calo maggiore da sei anni a questa parte delle riserve delle 5 più grandi compagnie petrolifere al mondo sia avvenuto nel 2014. Parliamo di BP, Chevron, ExxonMobil, Royal Dutch Shell e Total il cui insieme di riserve petrolifere è sceso a 78,6 miliardi di barili di petrolio equivalente rispetto a poco più di 80 miliardi nel 2013. Vale a dire una diminuzione soprattutto delle grandi scoperte.

Ritornano, a distanza di oltre 120 anni, le parole di Marcus Samuel (uno dei fondatori della Shell) sulla ricerca di equilibri di questa industria, che non può fermare gli investimenti. Altrimenti fermerebbe se stessa.

 

estratto di uno speciale sul tema Upstream pubblicato da www.abo.net, About Oil al seguente link

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